Tour de France 2023, corsa a rischio per le rivolte dopo la morte di Nahel: “Siamo in costante contatto con il governo”, spiega l’organizzazione
Il Tour de France 2023 minacciato dalle rivolte per la morte di Nahel? Al momento lo scenario appare improbabile, ma stamattina il governo francese ha deciso di “annullare gli eventi di grande portata” e chiaramente la Grande Boucle è uno di quelli, se non il più grande in assoluto. Nate dopo che un ragazzo di 17 anni è stato ucciso dalla polizia con un colpo di pistola a bruciapelo dopo che aveva forzato un posto di blocco, le proteste stanno da giorni divampando in tutto il paese, specialmente nelle periferie delle grandi città, dove il tema del razzismo e dei rapporti tesi con le forze dell’ordine è molto sentito.
“Siamo in costante contatto con i servizi governativi, come ogni anno, e stiamo monitorando la situazione molto da vicino”, ha dichiarato alla vigilia della partenza della Grande Boucle a Bilbao il direttore della Grande Boucle Christian Prudhomme, ben consapevole che la sua corsa è uno degli eventi che maggiormente ha bisogno delle forze dell’ordine per potersi svolgere. Circa 28.000 gendarmi, agenti di polizia e vigili del fuoco sono stati infatti mobilitati anche quest’anno per garantire la sicurezza del Tour, ma bisognerà vedere se questo personale non dovrà essere impiegato altrove, nonché se sia sufficiente a garantire la sicurezza nel caso di incidenti sul tragitto seguito dai corridori.
Se al momento la corsa è in Spagna, potenzialmente al sicuro da eventuali proteste, già lunedì approderà in territorio francese con l’arrivo di Bayonne, cittadina delle Lande, poste nei Paesi Baschi francesi. Alla domanda se i disordini in Francia possano mettere a rischio la Grande Boucle, Prudhomme non ha potuto rispondere in maniera diretta. “Stiamo tenendo d’occhio gli sviluppi. La situazione di oggi non è la stessa di ieri e non sarà necessariamente la stessa di domani”, ha dunque concluso.
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